Letizia Moroni   Per condividere con voi idee, pensieri, considerazioni...

Nell'interregno fra il vecchio che muore ed il nuovo che non può nascere si verificano i fenomeni più svariati. (A.Gramsci)

Anche questa tornata elettorale è passata e devo dire con soddisfazione per quello che riguarda i risultati delle regionali, molto meno è la soddisfazione per i risultati nazionali.
Di nuovo la città di Civitavecchia ha dato la possibilità al nostro candidato Gino De Paolis di rappresentare il territorio e non solo.
Un successo ottenuto grazie ad un costante lavoro, sempre in prima linea nelle numerose battaglie combattute con successo in questi cinque anni.
Notevole anche il risultato delle donne, mi riferisco in particolare al successo elettorale di Marta Bonafoni, che con grande coraggio e determinazione è riuscita ad imporsi in un ambiente a maggioranza maschile.
Le considerazioni che voglio condividere con voi riguardo questi risultati elettorali, sono molteplici.
L'attuale crisi politica consiste e cito Gramsci "nel fatto che il vecchio muore ed il nuovo non può nascere: in questo interregno si verificano i fenomeni più svariati".
In un contesto nazionale in cui, per mancanza di avversari credibili, è stato premiato il populismo più banale e l'enfasi, priva di senso, dell'antipolitica più grossolana, nel Lazio è stato premiato il lavoro costante e la sobrietà nella comunicazione del Presidente uscente Zingaretti , un grande successo rispetto ai dati generali.
Come lo stesso Zingaretti afferma, c'è bisogno ora di ricostruire e rigenerare la sinistra, di ricostruire una cultura politica, una nuova identità che ci permetta di parlare alla pancia della gente.
Da sempre scrivo nei miei articoli che la deriva intellettualoide della sinistra ed il comunismo "da salotto" che ne consegue, non permette più di essere in sintonia con i bisogni delle persone.
Non a caso chi combatte battaglie concrete, riguardo le tematiche del lavoro e per la difesa dei servizi sociali, viene sempre premiato dal territorio di provenienza.
E' come se la sinistra attuale non sappia più leggere le dinamiche sociali e non sappia far fronte all'attuale distorsione percettiva delle masse, per cui il nemico è lo straniero e la paura del futuro diventa disagio e protesta senza obiettivi. Qualche decennio fa la sinistra svolgeva un ruolo di primo piano nel mondo del lavoro e nelle periferie, ruolo che adesso è stato spodestato dalle forze politiche più estremiste.
La sinistra in maniera narcisista ed autocompiaciuta, trova consensi in una nicchia borghese ed autoreferenziale che pontifica sulla società senza però averne una reale comprensione.
Forse ci si deve porre il quesito se la sinistra abbia perso la sua capacità di analisi, il senso della realtà e della struttura sociale contemporanea, se abbia percezione della crisi culturale, politica e di rappresentanza . Se non si riparte rafforzando le realtà territoriali che penetrano nel tessuto sociale e se non si forma una nuova classe dirigente che parta dai territori stessi, non si va da nessuna parte, per questo trovo ammirevole il lavoro dell'associazionismo, una volta svolto dai circoli politici e, nel caso specifico, da questo piccolo faro con cui collaboro: Onda Popolare.
La sinistra può rinascere se si "ricontamina" con la gente e con i suoi bisogni, ma per ricreare un humus culturale ci vuole impegno, costanza, sacrificio e ci vuole che le eccellenze territoriali vengano premiate e non punite perchè magari danno fastidio a qualche astro nascente senza seguito imposto dall'alto.
Il distaccamento dalla base e le deliranti divisioni non aiutano a contrastare l'approccio alla realtà egoista ed individualista dell'elettore di oggi, è questo ciò che appare dall'attuale esito elettorale, è come se il senso della precarietà e della paura impediscano la partecipazione a progetti più ampi e duraturi.
"L'altro" è visto come nemico, avversario e non come un mezzo per confrontarsi e per superare insieme le frontiere delle disuguaglianze.
Le idee non bastano c'è bisogno di una rete e di spazi collettivi di incontro che le traducano in azioni, il prezzo sociale di una tale frammentazione è la chiusura verso tutto ciò che è "noi" rispetto all' "io".
Forza Presidente Zingaretti, possiamo farcela insieme a tutte le forze che confluiscono in obiettivi comuni, iniziando quella rivoluzione umana prima ancora che culturale di cui c'è vitale bisogno nel nostro Paese.

Alla prossima  

Letizia Moroni
20 marzo 2018


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