Letizia Moroni   Per condividere con voi idee, pensieri, considerazioni...

L’amore al tempo dei (porno) social

Penso che i veri eroi /eroine dei nostri tempi siano coloro a cui capita di innamorarsi e che di conseguenza decidono di vivere una storia d’amore!
Non c’è nulla di più difficile, doloroso e complicato che portare avanti una storia sentimentale al giorno d’oggi, dove l’ossessione delle immagini la fa da padrona e dove i social hanno completamente stravolto il modo di comunicare e di interagire tra esseri umani. Fino agli anni ’90 c’era il caro vecchio telefono fisso sul quale tante emozioni sono state riversate e con il quale abbiamo spesso parlato, come fosse un’entità senziente, soprattutto le volte che lo supplicavamo di squillare in attesa che il nostro amore ci telefonasse.
Le lunghe telefonate senza vedersi mantenevano in vita un legame d’amore, che si arricchiva di fantasie, emozioni, desideri, intime confessioni e tantissimo altro. 
La conoscenza graduale e le telefonate tramite telefono fisso, avevano un chiaro  scopo conoscitivo e fortemente erotizzante , infatti quando dalla voce si giungeva al talamo, il desiderio mentale ed emozionale era talmente tanto, che si aveva la sensazione di non bastarsi mai , perché il consumo dei corpi tramite la vista era più lento, ed era esaltante la voglia di incontrarsi per scambiarsi confidenze e per appagare il desiderio anche visivo della persona, l’incontro era sempre emozionante e si consumava molto più lentamente. Mistero, attesa, desiderio alimentavano le storie d’amore di una volta.  
Alla fine di quegli anni, dal telefono fisso si è passati a costosissimi ma rudimentali cellulari che ci graziavano di qualche telefonata in più soprattutto di lavoro, mentre il telefono fisso rimaneva il nostro unico interlocutore inanimato, oggetto inconsapevole di tante speranze ed altrettante disillusioni .
La tecnologia nel decennio successivo si è talmente evoluta che si ha la sensazione che i telefoni cellulari di oggi inviino messaggi e foto prima di essere pensate/i.
Come ha cambiato i rapporti interpersonali tutto questo?
I rapporti tramite computer, social network, e-mail, watsapp sono più lapidari, meno romantici ed azzerano il tempo dell’attesa, quindi del desiderio dell’altro. 
Le domande che mi pongo sono:
Siamo ancora in grado di corteggiare?
Ci ricordiamo l’emozione dell’attesa, di una cena, di un bacio, di una telefonata, etc?
Il  corteggiamento di oggi, sempre nel caso esista ancora, ha lo stesso sapore di quello di qualche decennio passato?
Inizierei con qualche considerazione sui rapporti uomo donna.
Anche chi ha superato gli anta, è stato contagiato da un certo: analfabetismo emozionale e sessuale causato dalla banalizzazione del linguaggio dei sentimenti, dell’amore.
L’amore ai tempi di internet e watsapp ,non gode di buona salute,Il corteggiamento si è estinto per colpa della tecnologia.
Internet ed i suoi strumenti rappresentano una forma di importante innovazione, ma come tutte le innovazioni, ancora dobbiamo ben capire i lati negativi per poterli poi quantomeno denunciare e modificare.
Quando ci piace una persona, si inizia il rapporto con un primo scambio di numeri telefonici e la conseguente ricerca del profilo watsapp. Non so se capita a tutte, ma la prima richiesta che viene fatta del maschietto di turno è: foto?
Si inizia con il mandare la prima pudicissima foto, nella quale spesso nemmeno sembriamo noi perché iper fotoscioppata nella speranza di aver concesso all’altro un ricordo indelebile.
Da lì iniziano numerose e, soprattutto agli inizi, infinite conversazioni con l’oggetto del proprio desiderio.
Qualcuno però dovrebbe dire all’eroe/eroina che ha la disgrazia di innamorarsi ai nostri tempi, che quel meraviglioso strumento gratuito e veloce che si chiama watsapp racchiude forse la parte più vera ed irraccontabile di noi, ma nasconde anche una varietà di “distrazioni” che rendono inaffidabili e bugiardi, come magistralmente spiegato nel film PERFETTI SCONOSCIUTI di Paolo Genovesi.
L’immediatezza della comunicazione, delle connessioni, degli scambi lavorativi ed affettivi, la sensazione di esserci sempre anche a chilometri di distanza, conferisce alla comunicazione digitale, un valore aggiunto e di grande utilità. Ma è anche un modo per riempire a tutti i costi quei vuoti che invece sono importanti per abituare il cervello alla “riflessione”.
La noia, il silenzio, la solitudine, possono essere strumenti per cercare di imparare che non siamo il centro del mondo, che la vita è fatta anche di niente e di momenti di vuoto.
La mancanza della fisicità ed olfattività del linguaggio on- line crea un “autismo da tecnologia”, una condizione di solitudine affettiva, di mancanza dell’incontro con l’altro e proprio in questo contesto di autismo virtuale, nascono e si consumano tradimenti a causa della facilità e della velocità della comunicazione.
Premetto che tutto questo nasce e prolifera per cause dovute all’incapacità di strutturare la proprio personalità rendendola autonoma, forte, equilibrata, viviamo in contesti in cui regna una totale mancanza di profondità e di ricerca interiore, il terreno fertile del porcaio nelle relazioni interpersonali di oggi è alimentato dall’incapacità dell’individuo di amare e dal tremendo egoismo in cui l’IO si espande senza regole.
Le relazioni sentimentali, ai tempi di internet creano una  società caratterizzata da un senso di cronica precarietà, gli amori a tutto tondo spaventano, destabilizzano e facilitano la fuga, quindi l’etere con le sue seduzioni e strategie amorose, rappresenta una sorta di “limbo” tra l’innamoramento e l’amore, facilitando meccanismi di evasione un tempo impensabili.
L’amore può adoperare la tecnologia per nascere, crescere e sintonizzarsi, ma spesso il sentimento viene annientato da questa vetrina a cielo aperto che affascina, stordisce e che mette a rischio la regola fondante di una storia d’amore: l’esclusività.
La vera catastrofe avviene quando ci innamoriamo perdutamente di un uomo che di cellulari magari ne ha più di uno, perché anche la persona più zen di questo mondo, non è esente dal sospettare che dentro questi piccoli apparecchi, potrebbe in realtà nascondersi una personalità alterat, magari un erotomane o un futuro premio Oscar per l’abilità nel strutturare le bugie.
Non ho mai amato facebook, non sono su facebook e francamente ho sempre nutrito una certa diffidenza verso gli uomini che ci si iscrivono. Se si fa un breve giro tra le amicizie virtuali degli uomini, raramente siamo esenti dallo scorgere donne con pose ed espressioni simili ad uno stadio da orgasmo prossimo se non addirittura in atto.
Pose e look assurdi seguiti da espressioni da porno star casarecce.
In una società ipersessualizzata e con il culto dell’io ,chi non seduce è fuori da ogni interesse relazionale e multimediale, in una società dove è rigorosamente vietato essere brutti, essere anziani ed essere profondi, il buon cuore, la sobrietà nei comportamenti, la serietà, la lealtà e la coerenza nelle storie d’amore è considerata anomala, fuori moda, retro’.
Vietato essere fedeli, leali e romantici.
Le eroine che decidono di innamorarsi ai tempi di istagram, facebook, tinder, watsapp devono fare i conti con una serie di personaggi femminili con cui condividere il proprio uomo.
Negli anni ‘80, ‘90 le colleghe si potevano vedere soltanto in ufficio, le amiche nella piazza del paese, i conoscenti si incontravano per caso, oggi no, grazie alle foto in tempo reale ogni uomo sa perfettamente come è (s)vestita, dove sta e cosa sta facendo ogni contatto femminile del suo cellulare.
Penso sia capitato a molte di noi, vedere il proprio uomo immerso negli innumerevoli cellulari e affermare che i contatti femminili con cui scherza, scambia battute , emoticon e foto sono colleghe e conoscenti da cui “non può assolutamente esimersi” dal rispondere(il più delle volte stronzeggiando) e dal messaggiare.
Quante volte capita di dover accettare contatti che non hanno motivo di esistere se non per quel substrato di erotomania che è insita in ogni maschio, erotomania e voglia di flertare per consolidare la propria autostima, voglia alimentata dalla velocità e dalla comodità dei mezzi di internet, contatti che esistono , persistono e si sviluppano nostro malgrado e che tolgono attenzione alla coppia. Qualcuno ha argutamente affermato che l’amore nasce dalle ceneri della passione, ma i costanti bombardamenti virtuali a cui siamo sottoposti contribuiscono a bruciare la fase della passione per cercare nuove emozioni.
Nessuno più riesce ad amare, perché amare significa rinunciare, per il rispetto dell’altro e per consolidare un progetto più duraturo e sublime, all’emozione momentanea.
In questa vetrina a cielo aperto, l’oggetto del nostro amore sguazza incontrollato consumando immagini, conversazioni, complicità che noi non conosceremo mai, ma che allontanano dall’impegno della coppia.
L’eroina che si innamora ai nostri giorni, deve quindi fare i conti con un universo femminile molto disinibito, aggressivo, che ha scambiato la parità di genere con la parità di difetti, le donne hanno fatto propri tutti i difetti che contestavano agli uomini: la pulsionalità, la poligamia sessuale, l’incontinenza sessuale ed emotiva, l’ambiguità negli intenti, l’aggressività seduttiva negli approcci. In poche parole, abbiamo scambiato la superficialità e la mancanza di cuore e di evoluzione emotiva tipica del maschio, per parità di opportunità.
Il maschio che quasi per natura tende alla meschinità, può in questo mondo virtuale appagare ego sensi e voglie di ogni tipo, i quattro concetti fondamentali presenti nella mente del maschio:
mamma, pappa, cacca e passera (quest’ultima quando siamo fortunate) vengono nutriti a dismisura dalle nuove tecnologie. Costantemente bombardato da immagini, da messaggi, da stimoli che rendono noiosa anche la storia d’amore più bella della vita, l’individuo si trasforma in un nomade sessuale e sentimentale.
Di fronte alla costante novità ed alle numerose possibilità che ci propongono i social nulla può una donna innamorata che ambirebbe ad avere un minimo di esclusività.
Quante volte capita di assistere al nostro uomo che chatta e scherza più con le colleghe/i che con noi? Quante volte ci siamo sentite dire che per il ruolo che ricopre, è costretto a chattare su watsapp con la (porno )collega di turno?
Quante volte abbiamo provato orrore quando entrando nei profili facebook e watsapp del nostro uomo, ci siamo trovate di fronte una serie di (porno) amiche con espressioni ed atteggiamenti da escort in vetrina?
Quante volte troviamo il contatto watsapp del nostro uomo “online” ed alla domanda..con chi stai messaggiando risponde ….ma non sto messaggiando, sto leggendo un libro amore…sto scrivendo un manuale di spiritualità amore….
Forse chi vi parla è un refuso anagrafico, ma quanto mi piacerebbe tornare ai tempi in cui ci si fidanzava in due, senza che culi e tette di estranee invadessero la sacralità emotiva della coppia.
Non sono su facebook, uso poco watsapp e non invio foto, non sono su nessun social, mi piacerebbe un uomo con le mie stesse idee a riguardo…….sono ancora single!!!!
Mi viene in mente una barzelletta meravigliosa che ben racconta i nostri tempi:
LEI: AMORE MA QUANTO MI AMI?
LUI: TANTO AMORE
LEI: TANTO DA FARE QUALSIASI COSA PER ME AMORE?
LUI: SI AMORE
LEI: ALLORA VAI E COMBATTI CON UN LEONE
LUI: MA AMORE, UN LEONE E’ TROPPO FORTE, RISCHIO LA MORTE.
LEI: ALLORA FAMMI LEGGERE I TUOI WATSAPP
LUI: QUANTO CAZZO E’ GROSSO ‘STO LEONE?

Con quanti leoni hanno combattuto i nostri fidanzati?

Letizia Moroni
16 giugno 2016


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